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UNA MANOVRA SENZA EQUITA’ PER I DISABILI
Di Marisa Melis
Quotidiano Sardegna del 10 dicembre 2011
Rigore, crescita ed equità.
Tre paroline magiche che stavo cercando di affiancare alla disabilità dopo aver letto la manovra che fra poco sarà messa in campo.
A leggere le misure che saranno prese, c’è poco da stare allegri anche perché tante parole non sono dette, ma a interpretare certi scritti, possono essere solo negative.
Aggiungiamo i tagli che saranno fatti agli Enti Locali e i vari patti di stabilità: rimaniamo solo ammutoliti.
Fino ad ora, comunque c’era poco da stare allegri, ma se gli enti locali tagliano su tutti i servizi sia sociali sia altro, vorrei capire, dove sarà la crescita.
Se non sono dati i supporti necessari ai disabili con centri diurni (quanti ce ne sono?), con gli educatori scolastici da parte dei Comuni e delle Province, come pensiamo che i nostri ragazzi possano crescere e migliorare? Ricordiamo che il lavoro fatto da questi educatori è molto apprezzato da noi genitori.
Con i tagli agli Enti Locali ci troveremo anche con meno assistenti alla persona che sono assegnati ai disabili secondo i percorsi di legge.
Anche a leggere altro c’è da stare basiti, ho paura che con questa manovra, l’aiuto che si dovrebbe dare al disabile diventa solo un aiuto ai bisognosi mentre, invece i supporti per i disabili devono avere un’altra valenza. Deve essere uno strumento di crescita e d’inserimento nella società a tutti i livelli, dalla scuola, allo sport al campo lavorativo.
Il disabile ha diritto come tutti gli studenti all’istruzione, ha diritto alla riabilitazione e alle cure ma, sappiamo quante poche sedute di riabilitazione, sia fisioterapia, sia logopedia o altro sono assegnate dalle ASL. Faranno ancora tagli? Noi genitori ci vedremo costretti ad andare sempre alle vie legali.
Le persone si devono aiutare sempre, le fasce deboli come i disabili devono essere più protette, ma è da fare quando sono piccoli per poter pensare che migliorino. Dare a un bimbo un sostegno scolastico di poche ore, non lo aiuterà mai a superare certi scogli.
Penso alle famiglie dei disabili che non hanno disponibilità finanziarie, si troveranno in situazioni infernali, chi ha la capacità finanziaria per aiutare i figli potrà sperare in miglioramenti.
Per quanto riguarda l’equità, proprio non trovo parole, penso a chi supererà i 41 anni di lavoro e con figli disabili non è certo uno scherzo.
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